La collina che ha visto nascere Siracusa e ancora custodisce le sue radici
Scala Greca, il quartiere siracusano che nasconde le origini della città: tra reperti, colline e memorie di una Siracusa antica.
A nord di Siracusa, lontano dai riflessi barocchi di Ortigia, c’è un quartiere che non ha bisogno di presentazioni per chi conosce davvero la città: Scala Greca. Oggi è una zona residenziale, piena di vita e di traffico, ma sotto il suo nome si nasconde una storia antichissima, legata alla nascita stessa di Siracusa.
Basta fermarsi un attimo e guardare il panorama verso il mare per capire che questo luogo ha visto passare tutto: navi, eserciti, contadini, viandanti. E dietro il suo nome, semplice e quasi scontato, si nasconde un’origine che parla di pietra, di ingegno e di radici greche.
Dove tutto ebbe inizio
Il toponimo “Scala Greca” deriva da un’antica strada scavata nella roccia calcarea, un tracciato che collegava la costa con la parte alta della città. Gli storici ritengono che in epoca greca questa fosse una delle prime vie di collegamento con l’interno dell’isola, e che proprio da qui siano passati i coloni corinzi che fondarono Siracusa nell’VIII secolo a.C.
Col tempo, la zona divenne un punto di transito strategico: i romani la utilizzarono per le loro guarnigioni, i bizantini la fortificarono, e nei secoli successivi vi sorsero case rurali, masserie e necropoli che ancora oggi raccontano una vita silenziosa e costante, fatta di lavoro e di mare.
Nonostante la modernità abbia cambiato il volto del quartiere, Scala Greca conserva ancora nel suo sottosuolo tracce dell’antica Siracusa, resti di tombe e reperti che riaffiorano ogni volta che si scava una nuova fondazione o si apre una strada.
Un ponte tra passato e presente
Chi oggi attraversa Scala Greca trova un quartiere popoloso e moderno, pieno di attività, scuole e palazzi, ma che conserva un legame profondo con la sua storia. Il suo nome è rimasto come un richiamo alle origini greche della città, un modo per ricordare che Siracusa non è nata solo sul mare di Ortigia, ma anche qui, dove la collina si apre verso la pianura e il cielo sembra più vicino.
È un luogo che racconta la Sicilia autentica, quella capace di fondere passato e presente senza mai spezzare il filo della memoria.
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