Il paese siracusano che nacque da una scommessa e nasconde ancora una storia dimenticata
Solarino, il borgo siracusano nato nel Seicento, custodisce fede, tradizioni e una curiosità agricola che lo ha reso unico in Sicilia.
Tra le campagne dell’entroterra siracusano, lontano dalle rotte più battute, sorge Solarino, un borgo che racchiude in sé un passato sorprendente. Non è solo un paese nato dall’espansione agricola, ma un luogo legato a vicende di signorie, baroni e comunità che hanno trasformato un territorio rurale in un centro vitale della Sicilia orientale. Dietro le sue chiese e i suoi palazzi si celano storie di potere, di fede e di resilienza, capaci di sorprendere chiunque lo visiti.
Le origini e lo sviluppo di un borgo inaspettato
La nascita di Solarino risale al XVII secolo, quando i baroni Solaris decisero di fondare un centro abitato in una zona fertile e strategica per le coltivazioni. Attorno alla Chiesa Madre, dedicata a San Paolo, si sviluppò rapidamente un borgo che attirò coloni e lavoratori. Il feudo conobbe momenti di prosperità grazie alle produzioni agricole e alla sua posizione lungo le vie che collegavano Siracusa con l’entroterra.
Nel corso dei secoli, Solarino ha mantenuto la sua identità rurale ma non ha rinunciato a un ruolo culturale e religioso. Le sue chiese barocche, i palazzi padronali e le feste popolari ancora oggi raccontano la tenacia con cui una piccola comunità ha saputo ritagliarsi un posto nella storia della Sicilia.
Tradizioni, fede e identità locale
Al centro della vita cittadina rimane il culto di San Paolo, patrono di Solarino, celebrato con una festa che attira fedeli da tutta la provincia. Le strade del borgo si riempiono di colori, processioni e devozione, in una continuità che unisce presente e passato. Camminare tra le vie del paese significa scoprire l’intreccio di architetture, simboli religiosi e tracce di una comunità che, pur restando piccola, ha sempre difeso con orgoglio la propria identità.
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