Il Ponte dimenticato sul Ciane, il fiume sacro di Siracusa e i segreti della dea Aretusa

Scopri la storia e le leggende del ponte romano sul fiume Ciane a Siracusa: tra papiri sacri, miti di Aretusa e riti segreti di fertilità.

A cura di Paolo Privitera
07 settembre 2025 15:00
Il Ponte dimenticato sul Ciane, il fiume sacro di Siracusa e i segreti della dea Aretusa - Foto: Stella/Wikipedia
Foto: Stella/Wikipedia
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Un ponte romano tra papiri e miti

A pochi chilometri dal centro di Siracusa, immerso nella riserva naturale del fiume Ciane, si trova un antico ponte romano che unisce le due sponde del corso d’acqua famoso per la crescita spontanea del papiro. Il ponte, costruito in pietra calcarea locale, era parte dell’antica viabilità che collegava la città alle campagne e al porto, ed è considerato uno dei pochi esempi ancora visibili in Sicilia di infrastruttura romana in perfetto dialogo con la natura circostante (regione.sicilia.it). Accanto al ponte, le acque del Ciane custodiscono il mito di Aretusa e Alfeo, ninfa trasformata in fonte da Artemide per sfuggire al dio fluviale che la inseguiva: un racconto che permea ancora il paesaggio e le celebrazioni siracusane.

Strategie militari e papiri sacri

Oltre alla funzione civile, il ponte ebbe un ruolo chiave nelle difese militari siracusane: nel 212 a.C., durante l’assedio romano alla città, serviva come punto di attraversamento per i rifornimenti destinati alle mura di Ortigia (siciliafan.it). Il fiume stesso era ritenuto sacro a Demetra, e i papiri che vi crescono spontaneamente — un fenomeno raro in Europa — venivano intrecciati per creare oggetti rituali e cesti votivi dedicati alla dea della fertilità. Ancora oggi, i papiri del Ciane sono utilizzati per realizzare carte artigianali pregiate e conservano un significato simbolico per la città.

Curiosità

Secondo una tradizione locale, gettare nel Ciane tre rametti di papiro intrecciati durante il solstizio d’estate porta fertilità e prosperità. In passato, le giovani spose siracusane eseguivano questo gesto il giorno delle nozze, convinte che la corrente del fiume portasse via i malocchi e garantisse una vita matrimoniale felice e abbondante.

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